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“Credo in me stessa”

Gaia Stella ha 17 anni e frequenta il quarto anno del liceo Pentasuglia di Matera, in Basilicata. Ha scelto di partecipare al progetto Coding Girls perché le piace il lavoro di squadra e soprattutto il messaggio di ispirazione e di forza che trasmette. Una risorsa importante anche in tempo di pandemia.

 

Condividiamo l’intervista realizzata da Alberta Testa [@Alberta_FMD], che da qualche mese cura l’ufficio stampa della Fondazione Mondo Digitale.

 

Quali sono i tuoi piani per il futuro?

Non so ancora cosa ‘voglio fare da grande’. Mi piacciono molte cose e ancora non ho capito davvero cosa sia più adatto a me. Per questo mi impegno al massimo in tutto: per avere più opportunità di scelta in futuro. È un po’ lo stesso principio che mi ha guidato nella scelta del liceo. Ho pensato che dopo lo scientifico avrei potuto scegliere sia una carriera in ambito umanistico che una in ambito scientifico.

 

Su chi fai affidamento quando devi prendere una scelta molto importante, come quella per il tuo futuro professionale?

Nelle mie scelte sono sempre stata sostenuta dalla mia famiglia. È una cosa molto bella secondo me. Sia mio padre che mia madre sono delle rocce su cui posso fare affidamento sempre. Una vera fortuna è stata poi avere a che fare con professori e compagni con cui mi son trovata sempre bene. Sarà anche per questo che adoro andare a scuola e studiare! Forse sarò strana io, ma mi è sempre piaciuto…

 

Cosa ti ha spinto a partecipare a Coding Girls?

Ho pensato da subito che Coding Girls fosse una bella esperienza da fare. Non solo perché per me il coding è abbastanza nuovo come argomento, ma anche perché penso il progetto possa arricchirmi personalmente. Trovo che il messaggio che i promotori vogliono trasmetterci sia d’ispirazione. Pur non essendomi mai capitati episodi in cui sono stata messa in discussione a causa del mio genere, sono consapevole che è una cosa che potrebbe capitare. L’esistenza stessa di progetti che promuovono la parità tra uomo e donna nelle STEM dimostra che esistono ancora delle differenze. Il messaggio è molto potente e spero in futuro di poterlo condividere con altre compagne e compagni.

 

Ti spaventa l’idea di dover fare i conti con un mondo del lavoro dove sono ancora molto forti le diseguaglianze di genere?

No. Non mi spaventa sapere che dovrò fare i conti con un ambiente dove ancora esiste una disparità. Credo molto in me stessa e penso che questo sia lo spirito giusto. Bisogna partire pensando di avere tutte le carte in regola per farcela. La paura è una zavorra che ci tira indietro e alimentarla significa partire svantaggiati.

 

Ti entusiasma collaborare a un progetto comune con altre/i compagne/i?

Sì, molto. Siamo tre ragazze e un ragazzo. Mi piace molto il lavoro di squadra e credo che siano proprio i progetti come Coding Girls che ci permettano di superare le barriere della DAD. Io amo stare con gli altri, odio stare da sola. Motivo per cui è stato davvero difficile affrontare la pandemia. Soprattutto perché sono consapevole di aver perso molte occasioni. In particolare credo di aver mancato molte delle esperienze che alla mia età sono fondamentali. Speriamo di uscirne presto!

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