Alessia Lotta e Jolanda Chiera sono due studentesse di 17 anni dell’IIS Feltrinelli di Milano.
La prima ama l’arte e il make up ma, soprattutto, ama la street dance. Pertanto, insieme ad amici e amiche, si esibisce tra le strade della sua città. Sogno nel cassetto? Diventare una programmatrice.
La seconda è appassionata di serie TV, videogiochi e pasta al sugo.
Entrambe partecipano, per la seconda volta, a un hackathon di Coding Girls (quello che fa tappa a Milano) e, ancora una volta, questa è per loro un’esperienza dalla quale ne escono arricchite sotto diversi punti di vista.
Che ne pesante di questa esperienza?
“È una bella esperienza soprattutto perché lavoriamo in gruppo e, in questo modo, sviluppiamo la capacità di dialogare e collaborare. Mettendo insieme tante idee viene fuori veramente un bel progetto”, risponde Jolanda
Le competenze acquisite durante quest’hackathon saranno utili per il vostro futuro, anche lavorativo?
“Si perché io voglio diventare una sviluppatrice di videogiochi. Inoltre questa esperienza mi aiuta a sviluppare la capacità di lavorare in gruppo, che non è il mio forte”, afferma Alessia.
Gli stereotipi di genere tendono ad associare la programmazione informatica al mondo maschile, e non a quello femminile. Voi che ne pensate?
“Secondo me la programmazione è per tutti: grandi, piccini, uomini e donne. È un’attività come altre, una passione come altre, quindi non penso ci debbano essere limiti”, sostiene Alessia.
“Di solito ciò che riguarda computer e videogiochi viene considerato prettamente maschile, ma noi siamo la prova vivente che ci sono anche delle ragazze in ambiti come questi, e speriamo ce ne siano sempre di più!”, conclude Jolanda.