Io sono qui per mostrare alle ragazze che possono tranquillamente seguire i loro interessi senza farsi abbattere da giudizi.
Sono Francesca Favero e sono una studentessa al secondo anno della magistrale di Computer Science dell’Università degli studi di Udine.
Da sempre mi ha affascinato il mondo dell’insegnamento e dell’istruzione; per questo ho sostenuto anche i 24cfu per l’insegnamento, sperando un giorno di poter lavorare in modo diretto con bambini e ragazzi. Mi è stato offerto di partecipare al progetto “Coding Girls” e ritengo che possa essere un’esperienza unicamente positiva, non solo a livello mio personale avvicinandomi in modo diretto all’insegnamento ma, soprattutto, perché spero di trasmettere nei ragazzi la stessa passione e determinazione che ha spinto me a scegliere percorsi informatici. Ammetto che il mio percorso non sia stato sempre facile: nonostante il mio carattere forte sono stata costretta ad interfacciarmi con un mondo prettamente maschile, spesso ingiusto verso noi donne. Io sono qui per mostrare alle ragazze che possono tranquillamente seguire i loro interessi senza farsi abbattere da giudizi. Non nascondo che inizialmente ero spaventata da questo nuovo ambiente perchè spesso si tende a banalizzare il valore di una persona anche in base al suo genere e ho subìto molto questa pressione psicologica durante gli anni scolastici. Allo stesso tempo posso vantarmi di esserne uscita sempre a testa alta, portando con me molte vittorie a livello scolastico ed umano. Adesso che sono l’unica ragazza del mio corso magistrale noto che i miei compagni mi conoscono e rispettano, non pensando assolutamente che io sia in qualche modo inferiore a loro, ma anzi spesso mi cercano per risolvere loro problemi a livello informatico. Sono molto orgogliosa dei miei traguardi universitari e spero di riuscire a trasmettere la stessa positività che ha accompagnato me in questi anni a tutte le ragazze curiose o spaventate dall’intraprendere corsi scientifici, rompendo i limiti che i pregiudizi impongono per valorizzare invece la voglia di mettersi in gioco.