Voglio fare la mia parte per vedere studenti e studentesse più fiduciosi delle proprie scelte aldilà dei pregiudizi e i luoghi comuni, che sia coding o altro.
Ho scoperto il concept del coding quasi per caso. Ero all’ultimo anno di superiori e sentivo di voler far STEM, ma non sapevo ancora quale percorso seguire. Quando chiesi consiglio a vari amici e conoscenti realizzai l’esistenza del famoso stereotipo di ‘dover fare una facoltà umanistica, poiché le scienze sono solo per maschi’. Per fortuna, ci fu una prof che mi incoraggiò a fare ciò volessi e in più mi introdusse lei stessa al mondo del coding. Ciò mi diede fiducia, ma non abbastanza: alla fine decisi di prendere una strada più generica, quella di economica.
Iniziai a fare coding per conto mio, da autodidatta, seguendo workshops offerti in università. Finita la triennale, decisi di mettermi alla prova e fare ciò che realmente desideravo fare: Data Science.
Ora sto vivendo un percorso fatto anche di ostacoli di vario genere, ma sono convinta che, nonostante le difficoltà e i vari sbagli, un giorno riuscirò a dire: “Se ce l’ho fatta io, ce la potrete fare anche voi”. Ragazzo o ragazza che sia.
Sono comunque felice delle mie scelte poiché avendo fatto Economia ho acquisito un critical thinking necessario per questo ambito, un background multidisciplinare e tanta voglia di fare.
Coding Girls? Fu l’e-mail della mia docente universitaria a farmi scoprire questo progetto. In quel messaggio, la docente ci propose l’iniziativa, spiegandoci il suo obiettivo finale e la sua struttura. Non ci ho pensato un attimo e mi sono candidata perché era da tempo che cercavo di fare un’esperienza simile in Italia.
Ora sono ancora agli inizi di questo progetto e spero che alla fine, guardandomi indietro, troverò studenti e studentesse più fiduciosi delle proprie scelte aldilà dei pregiudizi e i luoghi comuni, che sia coding o altro.