Se dico che faccio la robottista fa ancora strano.
Sono sempre stata appassionata di tecnologia, anche molto piccola preferivo i pc alle Barbie. La scuola, il liceo scientifico, mi ha dato basi molto solide e mi ha reso capace e libera di scegliere il mio futuro. All’Università di Bari ho studiato informatica, ma solo sul lavoro mi sono appassionata alla robotica, grazie ai colleghi e al mio capo. Proprio i colleghi più bravi di me mi aiutano sempre a migliorare. Ho 33 anni e lavoro in Masmec, un’azienda pugliese nel settore automotive. Alla “mia azienda” devo molto.
Sono appena entrati in produzione in Romania sei robot interamente programmati da me. Ne ho curato l’installazione a luglio. I robot fabbricano una componente automobilistica, una pompa.
Programmo robot enormi, tre volte più grandi di me. E se dico che faccio la robottista ancora “fa strano”, perché non c’è una mentalità femminile. Sono un’appassionata viaggiatrice e da subito ho preso l’abitudine di dare un nome ai miei robot ispirandomi ai luoghi visitati. L’ultima creatura, ad esempio, si chiama Vick, luogo dove ha visto l’aurora boreale.
Il consiglio che do alle ragazze più giovani è di osare, scegliendo anche strade non convenzionali. Le macchine non ci toglieranno il lavoro ma ci aiuteranno! Ci liberano dai lavori più rischiosi così possiamo dedicarci a sfide più importanti. E anche a viaggiare…