“Imparare a far di coding permette di sviluppare nuove abilità intellettuali, necessarie per la comprensione e gestione della complessità.
Ammettere l’importanza del pensiero computazionale è una conquista molto recente. È chiaro che, come in tutti i cambiamenti, ci sono delle resistenze.”
Eric Medvet è un ricercatore di Ingegneria Informatica dell’Università degli Studi di Trieste. Con grande entusiasmo ha abbracciato il progetto Coding Girls, favorendone la realizzazione all’interno del dipartimento (Ingegneria e Architettura) in cui opera.
Eric insegna in un contesto che viene ancora considerato di appannaggio del mondo maschile. I numeri ne danno conferma: le iscritte presso i corsi di studio scientifici continuano a essere quantitativamente inferiori rispetto agli iscritti.
Di tutto questo ne è consapevole anche Medvet che, con audacia e determinazione, desidera diffondere e rendere accessibile a tutti/e la cultura della programmazione, del coding e del pensiero computazionale. Il suo desiderio è quello di introdurre le basi di questi concetti già all’interno della scuola primaria, tra bambini e bambine e quindi tra maschi e femmine che, come lui stesso sostiene, “possiedono le stesse capacità intellettuali”.
In relazione all’hackathon di Coding Girl di Trieste, afferma: “Questo progetto si inserisce perfettamente nella missione di questo ateneo. Abbiamo la necessità di fare orientamento presso i giovani delle scuole superiori e di divulgare la conoscenza, con particolare attenzione alla conoscenza informatica e al pensiero computazionale. Inoltre, è per noi importante cercare di ridurre il gap di genere presente nei settori scientifici. Speriamo che aumentando, presso le ragazze delle scuole superiori, la coscienza del fatto che la programmazione informatica non è limitata ai ragazzi si possa ristabilire un equilibrio nel numero di iscritti e iscritte ai nostri corsi di laurea.”
Le prossime mosse?
“Cercheremo di ampliare la portata del nostro target. Ciò significa non lavorare solo con le ragazze delle superiori, ma anche con bambini e ragazzi di tutti gli organi scolastici così da poter diffondere la cultura informatica. In questo modo si apporteranno dei miglioramenti che gioveranno a tutto il Paese, ma anche a noi (in quanto Istituto di formazione di alto livello) perché abbiamo la possibilità di partire da un livello più alto e quindi di arrivare più in alto”.